La Vigna di Sarah

Selezione e originalità sono alla base della produzione garantita dall'Azienda agricola “La Vigna di Sarah”, aperta nel 2010 sulle colline intorno a Vittorio Veneto. Sarah Dei Tos, la dinamica e appassionata titolare ...

Vicenza, una bellissima città fra cultura e cibi tipici

Affascinante, elegante e unica: Vicenza è una città magica, in cui cultura, storia e tradizione enogastronomica si mescolano. Il risultato è un viaggio che coinvolge tutti i sensi, fra scorci mozzafiato, storie da raccontare e piatti da gustare

Arte e storia, viaggio alla scoperta di Vicenza 

Vicenza regala ai suoi visitatori una totale immersione nell’arte. Si inizia dalla Basilica Palladiana, luogo simbolo della città, in cui spesso vengono organizzate mostre importanti. Situata vicino Piazza dei Signori, la piazza principale e centro di tutte le attività, è patrimonio dell’Unesco. Nonostante il nome, non si tratta di un edificio religioso, ma di un luogo in cui arte e cultura riempiono stanze e conquistano cuori. Da qui è possibile raggiungere altri punti di interesse. Ad esempio Palazzo Chiericati, palazzo del Palladio che è stato trasformato in pinacoteca. Al suo interno raccoglie disegni, numismatica e i quadri di pittori come Tintoretto e Paolo Veronese.

Accanto a Palazzo Chiericati è situato il Teatro Olimpico, una meraviglia architettonica che lascia senza fiato. Si tratta del teatro coperto più antico al mondo, ideato nel 1585. Al suo interno, un gioco di prospettive ricrea una via romana, ampliando gli spazi e stregando i visitatori. Ritornando verso Piazza Duomo si incontra la Cattedrale di Santa Maria Annunciata, una struttura di origine paleocristiana che nei suoi sotterranei ospita un’area archeologica straordinaria. 

Superato il centro, chi ha voglia di passeggiare può proseguire sino a Villa Valmarana Ai Nani. Si tratta di una villa veneta ricca di affreschi realizzati da Giambattista Tiepolo e dal figlio Giandomenico. Gli interni della casa e la foresteria sono straordinari, ma la vera particolarità della villa sono le statue dei nani che ricoprono tutto il muro esterno. Camminando ancora si arriva al Santuario di Monte Berico. Situato su un colle da cui si gode di una vista mozzafiato della città, questo particolare santuario nasce all’unione di una chiesa del Quattrocento e una del Seicento. 

Il territorio dell’Alta Marca Trevigiana fra itinerari culturali e paesaggi

Itinerari culturali, Natura e paesaggi: alla scoperta del territorio dell’Alta Marca Trevigiana, fra prodotti tipici e bellezze da non perdere.

Antiche tradizioni, luoghi d’arte e una cultura enologica e del vivere bene: il territorio dell’Alta Marca Trevigiana offre tutto questo e molto altro. Un territorio magico, intriso di storia e tradizioni, in cui scoprire il piacere di bere un buon Prosecco, emozionarsi di fronte a un tramonto e passeggiare immersi nella Natura.

A poca distanza da Venezia, l’Alta Marca Trevigiana offre colline verdi baciate dal sole e accarezzate dal vento. Qui il profumo del vino guida i turisti alla scoperta di borghi deliziosi, bontà enogastronomiche e tesori storici. Mostre e degustazioni si intrecciano con percorsi naturalistici, cammini da percorrere a piedi o in bici.

Bici, trekking e camminate: gli itinerari dell’Alta Marca Trevigiana

Il viaggio inizia dal Monte Grappa, con il suo massiccio e i fiumi Piave e Brenta. Un luogo in cui scoprire la Natura, ma anche la storia. Il punto più alto, Cima Grappa, si trova a 1775 metri sul livello del mare. Ospita il Sacrario Militare dedicato ai soldati italiani e austriaci, un angolo sconosciuto ai più in cui conoscere storie lontane e toccanti, come quella del soldato Péter Pan. Fra rifugi e sentieri, crescono fiori e piante, che conducono all’esplorazione di un territorio bellissimo.

L’orto bio è fashion: i vip che sono diventati coltivatori

L’orto bio è fashion: dai divi di Hollywood sino ai reali, alla scoperta di sapori perduti e coltivazioni.

L’orto bio è fashion ed è amatissimo dai personaggi famosi che negli ultimi anni hanno riscoperto il piacere di gustare verdure biologiche e dal sapore unico. Elemento imprescindibile per i ristoranti di alta qualità e che puntano sempre di più al concetto di farm to table, l’orto oggi è divenuto una vera e propria moda. Una tendenza salutare, capace di portare a tavola cibi con caratteristiche organolettiche straordinarie.
L’autoproduzione delle materie prime d’altronde è una garanzia di qualità, soprattutto in un periodo storico in cui la filiera produttiva e la qualità di ciò che mangiamo (ma anche il modo in cui viene coltivato) ha assunto un valore fondamentale. A lanciare la moda dell’orto bio è stata per prima la Regina Elisabetta, una fautrice del mangiare sano e convinta sostenitrice dell’orto. La Sovrana però non è l’unica, accanto a lei ci sono tanti vip di Hollywood, politici e top model come l’americana Christie Brinkley.

I cibi tipici e le ricette della Alta Marca trevigiana: fra sapori e profumi unici

Formaggi e salumi serviti con ottimo prosecco, lo spiedo, i germogli e i funghi: un viaggio straordinario attraverso le ricette, i prodotti e i piatti dell’Alta Marca trevigiana.

Teatro di grandi avvenimenti storici e luogo dai paesaggi mozzafiato, l’Alta Marca trevigiana è un luogo incantevole, ricco di bellezze e di magia. Qui nascono piccoli e grandi capolavori culinari, con prodotti tipici che accarezzano l’anima oltre che il palato e prodotti enogastronomici unici al mondo.

Funghi, castagne, germogli ed erbe spontanee: la bellezza della Natura

In autunno, accompagnate da un buon bicchiere di vino o di prosecco, si possono assaporare le castagne, ma soprattutto i marroni: grandi, pregiati e dal gusto intenso. Nella stessa stagione questa terra florida regala i funghi, diffusi maggiormente nelle zone pedemontane. In queste aree dell’Alta Marca trevigiana si possono trovare i brisot, dei porcini con un sapore squisito, da servire crudi e affettati oppure fritti, in umido o trifolati. L’ideale per condire un primo a base di riso o pasta. Da provare anche i ciodet, dei funghi che devono il loro curioso nome alla somiglianza con una capocchietta di chiodo.

Da queste terre verdi e ricche di storia è partita una rivoluzione o, per meglio dire, un “ritorno alle origini”, grazie al foraging, la pratica di raccogliere e utilizzare per le proprie ricette le erbe spontanee. Un’attività che ha conquistato gli chef stellati e i ristoranti di tutto il mondo. Si tratta di una tradizione antichissima dell’Alta Marca trevigiana, tramandata dal Medioevo. Risalente al periodo del Monachesimo, oggi l’uso di portare in cucina le erbe, trovate nel sottobosco o nei prati, è molto diffuso. La cucina locale, non a caso, propone piatti che prevedono rosoline, Dente di Leone o radicio de camp. Ingredienti semplici, ma dal sapore unico, per preparare minestre, frittate, pasticci e zuppe.

Non solo erbe spontanee, altresì i germogli fanno parte della tradizione dell’Alta Marca trevigiana. Hanno l’aspetto di giovani asparagi e vengono utilizzati nella cucina popolare. I più famosi e ricercati sono i buscandoi, dei teneri germogli di Luppolo dal gusto amaro e aromatico, che si possono raccogliere lungo le siepi o in collina. Da provare pure i rustegot, dei germogli primaverili del pungitopo oppure la sparasina, la Spirca dei boschi denominata Barba di capra.

Foraging, la cucina con le erbe spontanee che ha rivoluzionato i ristoranti

Si chiama foraging la pratica di raccogliere erbe spontanee per creare piatti autentici che hanno rivoluzionato il mondo dei ristoranti.

Raccogliere erbe spontanee nei campi e nei boschi per portarle nelle cucine dei ristoranti e realizzare piatti straordinari. Il foraging, nuova tendenza nella ristorazione, ci riporta alle origini, verso le usanze delle nostre nonne che in campagna passeggiavano alla ricerca di tarassaco per l’insalata e cicoria selvatica.

Se negli anni queste erbe dal sapore autentico sono state etichettate come “erbacce”, nell’ultimo periodo una rivoluzione culinaria punta a riscoprire consistenze e aromi delle piante che crescono spontanee e che possono regalarci qualcosa di unico. Un progetto partito, quasi per caso, dal Noma di Copenhagen dove lo chef René Redzepi, armato di stivali di gomma e maglione, ha iniziato a raccogliere le erbe del sottobosco per creare piatti stellati. Il risultato sono creazioni genuine, che ci riportano alle origini, in grado di regalare a questo coraggioso chef la vetta nella classifica della prestigiosa 50 Best Restaurants.

Cos’è il foraging

Cos’è il foraging? Si tratta di una pratica antichissima che, come anticipato, era cara alle nostre nonne. Con questo termine si indica l’attività di raccogliere, nei prati o nei boschi, il cibo che cresce spontaneo senza danneggiare in alcun modo la Natura. Le erbe si possono trovare nei prati o nei campi, nelle foreste o nei boschi di montagna, sugli argini dei fiumi, in prossimità di laghi o lagune. Accanto alle erbe c’è un mondo variegato, fatto di profumi e sapori che abbiamo dimenticato. Il foraging prevede infatti la raccolta di foglie, radici, frutti, bacche, muschi, licheni, cortecce, alghe e piante acquatiche. Una vera e propria meraviglia naturale che attende solo di essere scoperta e apprezzata.